La storia di Marone
I primi abitanti di Marone si insediarono a mezza costa, in frazioni alte e discoste dai torrenti.
Nel 1500 il paese ebbe una svolta incrementando l'uso del porto di San Martino, in cui confluivano legname e carbone ricavati dai boschi che salivano fino al monte Guglielmo. Il comune di Marone faceva parte della Pieve cristiana di Sale e diventò proprietà dei monasteri benedettini di Brescia, che iniziarono la bonifica della zona paludosa.
Nel 1776 nel paese erano già presenti sei folli per confezionare coperte, grazie alla presenza di terra follonica (argilla gialla usata per sgrassare la lana) e due telai, che impiegavano circa novanta persone, mentre circa 180 lavoravano nell'agricoltura.
Nell'Ottocento su iniziativa di imprenditori locali, si sviluppò di molto l'industria della lana, soprattutto dei mantelli e delle coperte. Alla fine dell'Ottocento e nel Novecento la popolazione si incrementò; nel secondo dopoguerra il settore tessile decadde.
Tutt'oggi esiste ancora l'industria dei feltri abbinata allo sfruttamento dei giacimenti di dolomia, che ha modificato molto il paesaggio.